personaggio

Un parroco deciso, a volte diviso, ma che lascia la sua impronta nelle opere e nelle persone

Don Ferdinando Mazzoleni, parroco a Villasanta per 30 anni, dal 1986 al 2016, è scomparso la notte scorsa a 84 anni. Da tempo si era ritirato a Pasturo, sua città natale. Abbiamo chiesto a Claudia Sala un ricordo, che pubblichiamo di seguito.

“E sparve, e i dì nell’ozio chiuse in sì breve sponda…”
Dopo numerosi tentativi per trovare un degno incipit a questo breve ricordo di don Ferdinando, forse le parole di Manzoni possono venire in aiuto per iniziare a parlare di un parroco, un prete e soprattutto un uomo che ha segnato profondamente la vita di Villasanta e, per molti aspetti, anche la mia.
L’ho visto per l’ultima volta la scorsa estate, nella sua Pasturo, la “breve sponda” sulle montagne lecchesi dove aveva deciso di trascorrere gli ultimi anni dopo una vita passata in pianura, tra Seregno e Villasanta, sempre al centro di una attività a volte frenetica per animare la vita della comunità, non solo dal punto di vista pastorale e religioso.

Don Ferdinando Mazzoleni

Al suo arrivo, nel 1986, spiccò subito la differenza rispetto al vecchio parroco, don Giacomo.

Don Ferdinando portava dinamismo, nuove idee, una voglia di incidere sulla vita del paese rendendolo più vivo e vivace. Uomo di grande cultura e amante del bello, non solo ha ristrutturato la chiesa parrocchiale, creato il museo di arte sacra, commissionato opere d’arte ma ha dedicato le sue energie all’ambito della comunicazione, della socialità, al rilancio del cinema Lux che è stato il suo sogno più grande e, purtroppo, non realizzato.

In trent’anni don Ferdinando è stato “il parroco di Villasanta” per eccellenza (anche se a Villasanta di parroci ce ne erano due) e non si è limitato ad assistere agli eventi, ma ha sempre giocato un ruolo da protagonista, anche nei momenti di importanti passaggi politici come quello che, negli anni Novanta, vide la vittoria del centrosinistra civico che lui non accolse con particolare simpatia.

A volte divisivo, sempre netto nelle sue posizioni ma sempre aperto al confronto anche aspro, don Ferdinando ha contribuito a costruire la nostra comunità cittadina, lasciando la sua impronta non solo nelle opere, ma soprattutto nelle tante persone (io tra queste) che lo hanno affiancato e conosciuto negli anni, apprezzandone le doti e perdonandogli i difetti.

Claudia Sala

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