La lectio magistralis di Dino Gavinelli, docente di Geografia alla Statale di Milano, Spazi, ambienti e territori nell’era dell’antropocene e del capitalocene ha definito i contorni dei quattro giorni di analisi e riflessione che da giovedì a domenica impegnano la quarta edizione del Festival delle Geografie e i tanti protagonisti chiamati ad animarlo.
Con il sostegno del Comune di Villasanta e la partecipazione di scuole e associazioni del territorio, l’iniziativa promossa dalla Casa dei Popoli e ospitata in Villa Camperio propone quest’anno incontri, conferenze, laboratori, spettacoli e momenti di approfondimento culturale intorno al concetto di futuro: E se domani – Geografie per abitare il futuro è infatti il suo titolo.
“Una pandemia, una guerra alle porte di casa, una lunga siccità, ghiacciai che si spengono, una crisi demografica importante: viene naturalmente da chiedersi – osserva la presidente della Casa dei Popoli, Lorena Ferrari – se la sfortuna c’entri qualcosa, se dopo un periodo di vacche grasse la sorte sia girata e ora ci tocchi quello delle vacche magre.”
La risposta è no, non si tratta solo di una serie casuale di eventi avversi e la sfortuna c’entra poco; “Homo sapiens, una specie neonata (300.000 anni fa), dal peso ridotto (0,01% della biomassa terrestre) sta alterando a velocità impressionante – argomentano gli organizzatori – il pianeta su cui vive.”
Per via di questi importanti impatti sono oggi in voga alcune importanti cornici interpretative, sinteticamente riassunte dal professor Gavinelli nel suo intervento, che sottolineano la portata dell’intervento umano sul pianeta: una prende il nome di Antropocene per indicare un’epoca in cui l’uomo esercita, al negativo, impatti tali da cambiare persino i connotati geologici della Terra; qualcun altro ha proposto di parlare di Capitalocene puntando il dito sul sistema economico che alcune oligarchie hanno costruito e la sua inesauribile fame di crescita.
“Davanti a questa situazione non proprio confortante – prosegue Lorena Ferrari – abbiamo pensato di dedicare l’edizione 2022 del Festival al tema del futuro e di come abitarlo. L’idea è quella di provare a capire, come sempre attraverso diversi punti di vista, se ci attendono solo geografie del collasso o possiamo immaginare delle vie di uscita, come cambieranno le nostre abitudini quotidiane, in che modo da cittadini potremo contribuire a inclinare la barca da una o dall’altra parte.”
Il programma delle giornate è molto ricco … qui il programma… Oltre alle conferenze con studiosi ed esperti da tutta Italia, il festival offre teatro e musica, laboratori per i più piccoli e 3 mostre fotografiche: Bunkers dedicata al lavoro di Andy Rocchelli, fotoreporter morto nel 2014 in Donbass mentre documentava la condizione dei civili intrappolati a est dell’Ucraina; Ecosistemi di Alessandro Sala sulle forme alternative dell’abitare nel nostro paese e Ancora in cammino, un fotoreportagedi Bruno Zanzottera e Elena Dak dedicato alle popolazioni nomadi Rabari nel nord dell’India.
Importante anche la partecipazione delle scuole e dei loro studenti: sabato mattina alle 10 con il progetto didattico educativo Spazio allo Spazio che vede coinvolto l’Istituto Onnicomprensivo di Villasanta; sempre sabato, alle 15.30, ci sarà il torneo di debate fra gli studenti del Vanoni di Vimercate, del Gandhi di Besana Brianza e del Porta e del Frisi di Monza sula priorità che la politica dovrebbe darsi per il futuro; mentre domenica alle 19 chiuderà il festival l’Orchestra Felice, una compagine di giovanissimi esecutori nata tra i banche della scuola media di Villasanta e diretta dal maestro Felice Clemente che oggi suona in giro per l’Italia e per l’Europa.